Il programma delle gare dalla 10a di ritorno alla 17a di ritorno della Serie BKT

La Lega B comunica le date aggiornate del calendario della Serie BKT e il programma delle gare dalla 10a giornata di ritorno alla 17a di ritorno. Le ultime due giornate di campionato si disputeranno nei giorni 27 e 31 luglio 2020 con le gare in contemporanea.

Comunicati inoltre data e orario di Ascoli-Cremonese, recupero della 6a giornata di ritorno che si disputerà mercoledi 17 giugno alle ore 18.30.

Leggi il comunicato con il calendario aggiornato della Serie BKT.

Leggi il programma delle gare dalla 10a giornata di ritorno alla 17a giornata di ritorno della Serie BKT.

Leggi il programma del recupero della 6a giornata di ritorno della Serie BKT tra Ascoli e Cremonese.

 

Giochiamo in casa… a Pisa

A Pisa il calcio è più che uno sport. Nasce in città, proprio come il suo stadio, uno dei pochi in Italia a trovarsi in zona centrale, a pochi passi dalla Torre di Pisa e dalle incredibili prospettive architettoniche del suo passato.
L’A.C. Pisa 1909 è una squadra che porta con sé l’emozione di grandi trascorsi calcistici, due Mitropa Cup nel palmares, numerose promozioni in Serie A e grandi progressioni in Coppa Italia.
Ma soprattutto, è una squadra che sa rinascere. La sua attitudine racconta molto del carattere dei suoi tifosi, di una leggerezza che coincide con la passione e il tifo più fedele.
Per Giochiamo in casa abbiamo incontrato uno dei protagonisti dei supporter pisani: Claudio Carnicelli. Presente allo stadio dal 1968, Claudio ci racconta, in un’indimenticabile intervista, i momenti migliori della società, le invasioni di campo, le trasferte e le emozioni. Per lui il tifo fa dare il massimo ai giocatori in campo. Per questo vuole ritrovarci tutti allo stadio, quando finirà questa emergenza.
Ha ricevuto un regalo da Serie BKT che premia il suo attaccamento alla maglia. Quanto è forte questo sentimento?
Il sentimento è forte perché seguo il calcio fin da quando ero ragazzino. Il calcio, insieme al ciclismo, mi è sempre piaciuto. Tra i due il calcio. Dal 1968, quando sono tornato su Pisa (abito a qualche km dalla città), ho cominciato a frequentare l’Arena. Non sempre, perché il costo del biglietto era una spesa che non riuscivo a sostenere tutte le settimane. Ai tempi però, all’interno della stadio era presente una casetta in cui abitava il custode. Io ero amico di suo figlio così, nel giorno della partita, entravamo dentro, mangiavano nella casetta e poi, finito il pranzo, guardavamo la partita appoggiati alla rete di contenimento. Splendidi ricordi. Erano altri anni, la curva sud non c’era ancora.
Si ricorda il momento in cui si è reso conto che il Pisa sarebbe stato il suo amore per la vita?
No, perché è una cosa che ho dentro da sempre, non è che è aumentata o cambiata. Non sono un fanatico del calcio, però il calcio mi è sempre piaciuto. È un’emozione che ho sempre avuto dentro. Lei consideri che io sono del 1943; a quel tempo lo sport era quello. Uscivi sulla piazza e giocavi a pallone, c’era il ciclismo, ma oltre a questo nient’altro di particolare. Su Pisa poi venne fuori la pallavolo, ma non era come ora in cui l’offerta di sport si trova ovunque.
Adesso, per dirle, ho due nipoti che non riescono a seguire il calcio perché fanno la canoa. Io sono felice per loro ma non riesco a portarli allo stadio! (ride). Ecco, ai miei tempi era diverso, tutti andavamo allo stadio. E quella passione ti rimane.
Il momento più emozionante di tutti questi anni di stadio.
Non sono uno di quelli che si ricordano le azioni, non ho una grande memoria visiva. Mi ricordo le emozioni che ho provato, ad esempio quando siamo andati in A. Sono uno di quelli che ha fatto invasione di campo, magari contestando chi portava via le zolle ricordo dal terreno di gioco, ma questa passione di fare festa insieme agli altri tifosi mi appartiene. Mi ricordo di un Pisa primo a punteggio pieno dopo due giornate in compagnia di Inter e Milan. Era forse il campionato 1990-91. Sì sì me lo ricordo, era una bella lotta. Ricordo l’emozione di quei momenti, la sensazione di essere più su della Juventus, essere per un attimo davanti a tutti. In generale, porto con me delle splendide emozioni legate al calcio, molte vissute con mia moglie, che è diventata più appassionata di me! Grazie al calcio, grazie al seguire la squadra del Pisa, ho avuto l’opportunità di visitare tutta l’Italia. Mi ricordo di campionati in cui siamo stati in trasferta in Emilia Romagna, nei paesini; stadi in cui noi ospiti eravamo più numerosi dei tifosi di casa, impianti con le tribune realizzate in tubi Dalmine per ospitare più persone e luoghi che non avevo mai visto in precedenza. Mi ricordo più di questi particolari, rispetto al risultato della partita. E sono le emozioni che mi sono rimaste dentro.
Come sta vivendo questo momento in cui il campionato è fermo e si rimane molto a casa?
Sto attraversando un momento particolare, non riesco nemmeno più a guardare le partite in tv. Penso che sia perché, in questo momento in cui il Pisa non gioca, vedere il calcio mi ricorda la difficoltà del periodo. Mi sembra di aver perso qualcosa. Spero di tutto cuore che la mia passione rimanga intatta durante questo periodo, perché siamo stati messi tutti a dura prova e non vorrei mai perdere parte di questo mio sentimento. Questa situazione non ci fa più gustare la vita da tifosi, quello che si prova a esserlo, con tutte le sfumature che ci regala.
In questo periodo però, complice lo stare in casa, ho radunato tutti gli oggetti e i ricordi dei miei anni da tifoso: ho riempito quattro scatole. Ho così trovato i programmi delle partite, le stampate delle formazioni ufficiali, libri promozionali, vecchi tagliandini d’ingresso uguali a quelli del cinema…

Cosa sogna per la sua squadra nel prossimo campionato?
Non sono uno di quelli che fa sogni troppo grandi. Auspico per la mia squadra la serietà della società. Perché in questi momenti difficili una società seria fa la differenza. Deve sapere che, da tifoso, ho vissuto il periodo della presidenza del grande Romeo Anconetani, una persona tutta particolare. Ho dei ricordi bellissimi di quel periodo un po’ oltre le righe. Penso al tifo pisano. Lei consideri che siamo una città di 90.000 abitanti e abbiamo 4.000 abbonati. È una cifra incredibile, che ci fa capire quanto il pisano ami il calcio.
Il pisano “tipo” è un appassionato vero, contrasta il Livorno con molta simpatia, perché il livornese è simpatico, e si scaglia con ardore contro il fiorentino! Anche nell’ambito del calcio vengono fuori tutte le guerre storiche, come quelle tra guelfi e ghibellini. Il toscano è così!
Poi dopo si va a mangiare insieme; col livornese ci si prende in giro e poi si va a bere il caffè insieme. Questo è il toscano.
Per l’anno prossimo mi auguro sinceramente che tutto sia ok, ho già pensato all’abbonamento. L’augurio è per la A.
Se dovesse mandare un messaggio ai tifosi che, come lei, sono lontani dallo stadio cosa gli direbbe?
Io gli potrei dire di stare vicino alla società e di essere pronti a ripartire, senza contestazioni. Continuare a tifare per la nostra squadra. Credo che sia molto importante partecipare alla partita, tornare allo stadio, andare sugli spalti e
tifare per la nostra squadra. In modo che anche i giocatori, sentendo il pubblico, possano dare il massimo in campo.

Auguri Perugia, buon compleanno!

L’A.C. Perugia il 9 giugno festeggia il compleanno, quest’anno sono 115 candeline spente. Gli auguri a un club storico su tutto il panorama italiano non potevano mancare da parte del Presidente Balata, da tutto lo staff e dalle altre associate della Lega B: buon compleanno Perugia!

Ne ha approfittato anche il presidente Santopadre, sul sito ufficiale degli umbri, per scrivere una lettera per celebrare l’anniversario:

‘Sono passati ben 115 anni, una lunga storia d’amore ricca di emozioni, sfide, lacrime, record, persone, successi, discese, salite e risalite.

La storia della mitica Curva Nord e di una tifoseria unica ed eternamente appassionata, la storia di una città meravigliosa in cui da sempre il Grifo e le sue battaglie sportive sono parte integrante del tessuto sociale e culturale cittadino e umbro.

Sarebbe sin troppo lunga la lista di persone straordinarie che hanno costellato la gloriosa storia del Perugia, protagonisti indiscussi che hanno lasciato la loro impronta indelebile nel percorso di crescita sportiva e aziendale del Club. Ad ognuno di loro va il nostro ringraziamento.

“Storia, persone, passione” è l’espressione che abbiamo scelto per accompagnare il marchio del Museo biancorosso e che meglio di tutti sintetizza i valori fondanti di questo Club.

Proprio il Museo è il tempio in cui poter assaporare questa lunga storia, che abbiamo il dovere di tramandare alle future generazioni per non disperdere mai questo grande amore che ci vede con i cuori rivolti sempre nella stessa direzione.

La storia è la nostra risorsa più grande, la base da cui partire per costruire altre pagine di gioia, emozioni e condivisione.

È con orgoglio immenso che auguro al nostro Grifo le più grandi soddisfazioni sportive. Lunga vita al Perugia’.

Il Presidente Massimiliano Santopadre.

#115anni d’amore infinito ❤️Tanti auguri GRIFO

Gepostet von A.C. Perugia am Dienstag, 9. Juni 2020

Un BMagazine da idoli

On line e scaricabile gratuitamente il B Magazine, la rivista ufficiale della Lega B che ovviamente si concentra sulla ripartenza del campionato prevista con il recupero della 6a giornata fra Ascoli e Cremonese. Ma spazio anche agli idoli dei 20 club della Serie BKT, a 20 giocatori (più il mister dei record Gigi Simoni) capaci di rendersi indimenticabili per quelle piazze che oggi disputano il campionato di B. Poi due ottime giornaliste che si occupano del nostro torneo, Monica Bertini e Jolanda Di Rienzo, quindi un’intervista al goleador dei goleador, Stefan Schwoch 135 a volte a segno in B. Infine il campionato virtuale di BeSports giunto alle finali. Tutto questo in un unico numero ovviamente dedicato a Cesare Barbieri.

Giochiamo in casa… a Cosenza

Il nostro viaggio attraverso l’Italia di Serie BKT raggiunge Cosenza per una nuova puntata di Giochiamo in casa, qui dove il calcio incontra la resilienza, dote tanto acclamata in questa primavera di lockdown. Il Cosenza Calcio ha fatto del cambiamento la sua bandiera, rimanendo sempre fedele ai valori principali. Lo dimostra la sua storia recente tra stop, ripartenze, promozioni sfiorate e incredibili rimonte.
Una su tutte quella del 2018/2019; dopo un inizio che sapeva di retrocessione, la formazione ha giocato un miracoloso girone di ritorno finendo per sfiorare i playoff.
Quella dei Lupi della Sila è anche una piazza che si stringe ogni settimana attorno alla sua squadra; ce lo ha confermato la signora Natalina in questa splendida intervista. A lei, che ha superato i settanta, “né pioggia, né vento o maltempo possono impedire di andare allo stadio”.
Ha ricevuto un regalo dalla Serie BKT che premia la sua fedeltà di tifosa. Quanto è forte questo sentimento?
Proprio forte. Un attaccamento fortissimo. Mio padre era allo stadio cinquant’anni fa. Era un magazziniere. E io sono rimasta tifosa dei vecchi giocatori.
Lei va allo stadio a tutte le partite che il Cosenza gioca in casa?
Sì certo, e pure agli allenamenti. Anche mia figlia è affezionata; conosciamo i giocatori e, quando si allenano, noi ci siamo sempre. Purtroppo non riesco ad andare in trasferta ma qui, a Cosenza, non ho perso una partita. Pioggia, vento, maltempo… siamo stati sempre presenti.
Come vive il giorno della partita?
Una splendida giornata. Quando vado a vedere il Cosenza mi torna tutto il buonumore, mi passano tutte le tristezze, i pensieri. Mi diverto proprio anche alla mia età, ho settantaquattro anni finiti.
Nel giorno della partita condivide la passione con altri tifosi?
Sì, ho molti amici con cui vado allo stadio. Avendo fatto l’abbonamento, siamo sempre insieme nella tribuna A.
Essere tifosi del Cosenza ha anche un’importanza sociale?
Sì certamente. E adesso sono dispiaciuta dall’idea che le prossime partite siano a porte chiuse. E così gli allenamenti. Mi dicono che oggi, per esempio, la squadra sia al campo e, a pensare di non poter assistere alla preparazione, mi viene un attacco di nostalgia!
Quale sarà la prima cosa che farà quando riapriranno gli stadi al pubblico?
La prima cosa? Scappo, corro! Mi faccio passare tutto il “malanno” che ho! Guardare le partite in televisione non regala la stessa sensazione.
Lei consideri che quando giochiamo in serale arriviamo allo stadio alle sette di sera, quasi due ore prima. Allo stesso modo, quando giochiamo di pomeriggio, all’una e mezza siamo lì. Siamo sempre i primi.
In tutti i suoi anni da tifosa, qual è la partita che ricorda con più emozione?
Le risponderei tutte. Perché ogni volta, col Cosenza, è la stessa emozione. A oggi mi spiace che non ci sia il mister Braglia, perché con noi è stato un grande. Mi auguro che lo prendano ancora, perché è stata una brava persona, con tutti.
Se dovesse mandare un messaggio ai tifosi, cosa gli direbbe?
Di andare tutti allo stadio, quando sarà il momento, felici, senza polemiche. Per me il Cosenza è il Cosenza. Un grande amore.
Per concludere, cosa sogna per il prossimo campionato?
Di andare in Serie A. Il mio sogno è quello di vedere almeno una volta il Cosenza in serie A. Ma, piano piano, chissà. Per adesso l’importante è salvarsi, restare in Serie B. Penso che ce la possiamo fare.
La ringrazio per l’intervista.
Ringrazio voi per tutto quello che avete fatto, mi avete reso la persona più felice del mondo. L’intervista, il regalo… sono la più felice!

Benevento, Cosenza e Pisa si contenderanno il titolo di campione di BeSports

Saranno Benevento, Cosenza e Pisa a giocarsi il titolo di campione di BeSports, il primo campionato ufficiale e virtuale della Serie BKT giocato su eFootball Pes 2020, licenziatario esclusivo della categoria nel mondo dei videogiochi. Il torneo è organizzato da A.C.M.E e da MKERS, società rispettivamente esperte nell’organizzazione di eventi e nelle attività del settore eSport, e sponsorizzato da Dream Team Travel e SMI Consulting.

Le gare del weekend hanno visto, in un susseguirsi di emozioni, la griglia delle 3 squadre che si affronteranno in 2 semifinali e nella finale.

Out quindi Frosinone, Pescara, Cremonese, Spezia e Juve Stabia, che fino alla fine hanno dimostrato le loro qualità pur tuttavia senza riuscire a passare il turno.

Guarda i risultati.

Da domani la fase finale di BeSports

Domani parte la Final eight di BeSports, il primo campionato ufficiale e virtuale della Serie BKT giocato su piattaforma Pes 2020, licenziatario esclusivo della categoria nel mondo dei videogiochi. Il torneo è organizzato da A.C.M.E e da MKERS, società rispettivamente esperte nell’organizzazione di eventi e nelle attività del settore eSport, e sponsorizzato da Dream Team Travel e SMI Consulting.

In particolare domani il tabellone prevede dalle 16 Benevento-Frosinone, Pescara-Cremonese, Pisa-Cosenza eSpezia-Juve Stabia.

Le semifinali e la finale, programmate in un primo momento sempre per questo weekend, sono state rinviate per permettere la contestualità con i playoff del campionato reale di Serie BKT, vista la ripartenza dopo la pausa dovuta all’emergenza Coronavirus.

Giochiamo in casa… a La Spezia

Quando si parla di unicità, in Serie BKT, viene subito da pensare allo Spezia. A partire dal suo stadio, con la suggestiva curva Ferrovia quasi sempre al completo, l’identità degli Aquilotti vive da oltre un secolo attraverso campionati, vittorie, promozioni, fatica e grandi evoluzioni.
In casa si gioca al Picco, un gioiello in stile impero tirato a lucido ogni sabato, tra ferrovie e gru del porto.
Ed è qui che, prima della pausa forzata, si stava pianificando la scalata verso la Serie A.
Negli ultimi anni infatti, la squadra ha compiuto una splendida progressione qualitativa, sia nel gioco che nell’ottima gestione e, sicuramente nell’eccellente cura dello stadio.
Come la sua città, che ha un passato da porto militare, sta scoprendo una nuova vocazione turistica, così lo Spezia si è fatto protagonista di un cambiamento visibile nei suoi risultati.
Per Giochiamo in casa ci siamo fatti raccontare la passione che porta al Picco da Luana Oldoini, una storica tifosa spezzina che, alla domanda “quando si è innamorata dello Spezia?” ha risposto: “lo amo da sempre”.
Ha ricevuto un regalo dalla Serie BKT in quanto tifosa onoraria dello Spezia. E allora le chiedo: quanto è forte il suo sentimento?
Tanto. E in questo momento mi manca tantissimo.
Ma da quanti anni è tifosa della squadra?
Da quanti anni? Beh, in realtà lo sono sempre stata. Anche perché mio padre giocava a pallone e, attorno al 1947, ha militato nello Spezia; per darle un’idea della tradizione di famiglia. Con lo Spezia ci sono cresciuta. Poi per un periodo ho smesso di andare allo stadio, ma continuavo a seguire la squadra, perché mia figlia aveva cominciato a fare nuoto e questa cosa ci distraeva un po’ dal calcio. Dal 1985 abbiamo ripreso ad andare allo stadio, prima con i biglietti, poi con gli abbonamenti in curva e, infine, in gradinata. Sa, invecchiando…
Però quando andiamo in trasferta ovviamente andiamo in curva.
Le manca la curva Ferrovia?
Sa, io sono del 1946, per cui andare in curva vuol dire esporsi ai temporali, al vento. Quando piove, per una della mia età, è meglio stare in tribuna. Però, con il cuore, sono sempre in Ferrovia.
Ma lei si ricorda un momento in cui si è innamorata dei suoi colori?
Da subito. Anche se da piccola non è che capissi tanto, ma è sempre stata una parte integrante della mia vita.
Quali sono state le partite che più l’hanno emozionata, nei suoi anni da tifosa?
Sono state tante. Le partite col Napoli, quelle con il Milan in coppa, con la Juve quando era scesa in B e gli scontri col Genoa. Però quella che mi è rimasta più impressa è stata la trasferta a Padova dopo che, la settimana prima, eravamo andati in B. Al ritorno, la sera, abbiamo fatto tutti festa allo stadio.
Come sta vivendo questo momento di pausa dal campionato?
Che dire, ci manca tanto. ci manca proprio. Perché la partita la aspettavi tutta la settimana, che fosse in casa, che fosse andare in trasferta o, quando non si poteva, guardarla in tv.
Secondo lei l’essere tifosi della squadra della propria città ha anche un valore comunitario?
Penso proprio di sì, anche se mi reputo una tifosa di un’altra generazione, una tifosa di vecchia data.

Quando sono stato al Picco, mi sono reso conto che la tifoseria degli Aquilotti è davvero innamorata della sua squadra.

Sì, su questo ci puoi giurare. Questo lo puoi proprio confermare. Io penso che tra i tifosi allo stadio, ognuno, a suo modo, ami la propria squadra e faccia il possibile per sostenerla.
Se dovesse mandare un messaggio agli altri tifosi che in questo momento sono a casa, cosa gli direbbe?
Di crederci e continuare, perché dobbiamo andare avanti. Anche se adesso non abbiamo la possibilità di andare allo stadio, bisogna crederci e continuare ad andare avanti. Ma penso che non ci sia nemmeno bisogno di dirlo perché i nostri tifosi non aspettano altro.
Per concludere, che speranza ha per la sua squadra in questo campionato o nel prossimo?
La nostra speranza è sempre quella di andare in serie A, quando come e perché lo vedremo, però andarci, per toglierci questa soddisfazione. Abbiamo un grande presidente, per me è un presidente davvero valido, per cui possiamo avere fiducia.

Assemblea Lega B, la 10a giornata di ritorno il weekend del 21 giugno

Assemblea di Lega B in videoconferenza. Via libera, come richiesto dalla Federazione, alle cinque sostituzioni da distribuire in un massimo di tre momenti durante la gara e stilate inoltre le date del calendario per la ripartenza del campionato, prevista per il weekend del 21 giugno con il recupero della 6a di ritorno fra Ascoli e Cremonese fissato il 17 giugno. Tre i turni infrasettimanali, il 30 giugno, il 14 luglio e il 28 luglio, ultima giornata di regular season il primo agosto, inizio dei playoff il 4 agosto e finale di ritorno il 20. Playout, infine, il 7 e il 14 agosto. Previsti orari pre serali e serali, che saranno comunicati insieme alla programmazione gare delle prime giornate.

Leggi il comunicato stampa.

Giochiamo in casa… a Pordenone

Pordenone non è semplicemente una formazione di Serie BKT, ma la testimonianza reale che, nella vita, si possono raggiungere grandi risultati quando c’è coesione e voglia di sognare. Dalla serie D alla B in poche stagioni, con uno sforzo che ha coinvolto tutta la città, insieme alla quale la società è andata oltre allo sport, investendo su giovani e solidarietà. I Ramarri, come vengono chiamati, partecipano per la prima volta alla Serie BKT e, al momento, si vedrebbero lanciati verso i playoff.
Così, per Giochiamo in Casa, ci siamo fatti raccontare l’emozione di essere tifosi Verdenero da uno dei suoi storici supporter, il signor Gianfranco, un vero appassionato di calcio, trasferte e risultati.
Com’è stato ricevere il regalo della Serie BKT?
Ho ricevuto un bel pacchetto con tante cose utili per me. Ma la cosa migliore è stata la cartolina, dove mi avete scritto delle parole che mi hanno fatto commuovere perché… ho ottantaquattro anni io! Sono un po’ vecchiotto. Vi ringrazio per le parole, belle.
Da quanti anni tifa Pordenone?
(Ride) Io sto dietro al Calcio Pordenone dalla bellezza di settantadue anni, praticamente da quando sono un ragazzino. Ho sempre avuto la passione per il calcio, ho giocato anche io, fino a vent’anni, con una piccola squadra di seconda categoria, il Don Bosco di Pordenone.

Com’è stato approdare in Serie BKT dopo tutti questi anni?
Questa è una bella domanda! Da quello che capisco io, dico la mia, Anche se le possibilità sono quelle che sono, abbiamo un presidente pieno di buona volontà. Ed è stato bravo a trovare un allenatore realmente all’altezza della situazione, in più ha avuto la fortuna di incontrare e trovare dei ragazzi giovani che avevano voglia di riscatto. Qui a Pordenone, è stato forse merito del capitano che sa parlare e che sa riunire, o forse dell’allenatore, fatto sta che si è creato un gruppo davvero affiatato; si passano la palla, non si offendono se non vengono convocati. E il risultato di tutto questo lavoro è una squadra che si vuole bene, altruista, senza baruffe. E così è successo che hanno vinto il campionato. È una cosa che non avremmo mai immaginato potesse succedere, ma è stato davvero meritato. C’è stata anche fortuna, ma allenatore e capitano, insieme, hanno fatto qualcosa di meraviglioso.
Ma da tifoso qual è stata l’emozione?
Può immaginarselo. Quattro o cinque anni fa eravamo in serie D, e quest’anno non è detto che ancora non si vada anche in serie A. Non sto scherzando, loro puntano ad andare in serie A. Poi sarà dura, perché ci sono squadre più forti e organizzate, con più esperienza di noi, che non eravamo mai stati neanche in serie B. Però la squadra, caro mio, è talmente affiatata e ce la sta mettendo tutta per andare in serie A. Purtroppo il nostro handicap è il non avere uno stadio nostro, della città, del comune o della società. Però piano piano chissà che non si arrivi a realizzare anche questa opera.
Ma lei quindi va a vedere il Pordenone a Udine?
Eh sì, ho fatto l’abbonamento e vado a vedere la squadra a Udine. Abbiamo due o tre corriere, tutti i sabati o la domenica quando si gioca, si parte tutti da un posto. Certo, si può andare anche in auto, ma io vado in corriera che sto più tranquillo, che per la mia età è meglio che stia più tranquillo.
Come ha vissuto questo periodo senza calcio?
Mi sono ritrovato a guardare le vecchie partite della Nazionale perché, parlando di calcio, non c’è altro da vedere. Mi piace anche il ciclismo, guardo un po’ tutto, ma ho sofferto e sto soffrendo ancora. Ne ho parlato l’altro giorno con un responsabile e mi è parso di capire sia tutto in alto mare, non ci sono ancora certezze. Speriamo di poter fare le dieci partite che ancora mancano, quello è importante. Perché a me non andrebbe bene che andassero avanti le formazioni coi parametri migliori. Non è sport. È il campo che decide. Si può anche retrocedere, non importa, abbiamo perso ma abbiamo giocato. Sono un tifoso accanito, mi piace il calcio, seguo la mia città. Puntiamo sicuramente ai playoff, io penso che siano sicuri, il presidente punta anche ad andare in serie A. Io questo non lo so, dico, magari! Sa, siamo una cittadina piccola e la serie A ha pubblico, soldi… però non si sa mai. può succedere. Speriamo, ce lo auguriamo tutti. Per me sarebbe già un miracolo raggiungere i playoff nel primo anno della serie B. A inizio campionato tutti pensavano fossimo candidati alla retrocessione. Dopo vede com’è il calcio, il pallone è tondo, possono succedere tante cose. Con la classifica che abbiamo, siamo fortunati e contenti.
Qual è stata la partita più emozionante della sua storia da tifoso?
Sono state diverse, a dire la verità. La vittoria a Trieste in serie C che ci ha portato alla vittoria del campionato, è stata una cosa realmente forte. Battendo la Triestina sul suo campo, dai sette punti di vantaggio che avevamo, siamo arrivati a dieci punti sopra, a quattro o cinque partite dalla fine. Avendo vinto a Trieste, anche se ancora non avevamo la matematica dalla nostra parte, ci siamo convinti di avercela fatta. E lì è stata un’emozione grandissima; a Trieste eravamo circa mille tifosi, avevamo riempito la curva ospite. E poi la vittoria a Este, quando militavamo in serie D e stavamo raggiungendo la promozione in Serie C, anche quella è stata un’emozione molto molto grande. La seconda in classifica era a un punto da noi e mancava ancora un turno alla fine del campionato: noi avevamo una partita a Este difficile da vincere e loro giocavano a Monfalcone. A un minuto dalla fine il Pordenone ha segnato e con quella vittoria siamo andati in serie C. Anche quella partita mi ha molto emozionato. E poi ci sono tutti i derby: col Padova, col Vicenza… società grosse con cui abbiamo giocato noi, che non eravamo niente. Vede com’è il calcio?
Che messaggio vuole mandare a tutti gli altri tifosi che in questo momento sono a casa e aspettano il campionato?
Speriamo che ci si torni ad aprire, che si torni allo stadio, perché siamo tutti un po’ sofferenti. Speriamo che questo virus si allontani sempre più e si torni a essere liberi di andare a vedere le partite. E mi auguro che l’Italia vada bene.
La ringrazio per le sue risposte!
Io vi ringrazio del regalo, del pensiero e di tutto quello che avete fatto per me. Soprattutto per la cartolina, perché quello che c’era scritto mi è piaciuto tanto.