Pizza, piadina e cappelletti: Dalmonte e Panico raccontano Cesena
B Marzio in Romagna per raccontare la storia dei due suoi giovani talenti.
Il biondo e il bruno. Peppe Panico e Nicola Dalmonte si presentano così. Se l’aspetto è diametralmente opposto, la simpatia è un minimo comune denominatore inconfondibile. Scoprire qualcosa in più della loro vita extra calcistica è un susseguirsi di risate, battute e grande allegria. Si prendono in giro quel giusto che non guasta, ma hanno anche quel pizzico di autoironia che rende il mix davvero irresistibile. Come quando Peppe racconta delle sue vacanze. “Non ho mai fatto un viaggio da solo, ma mi piacerebbe andare a Mykonos e Ibiza: due posti decisamente interessanti dal punto di vista culturale”. Ridono insieme, e allora Nicola aggiunge. “Per questa sosta di campionato sono stato qualche giorno in montagna con la mia fidanzata, e tu?”, Peppe subito replica: “Al Pineta”. Poi ci pensa: “E’ un museo di Milano Marittima”. E la risata a questo punto è generale.
Sono due anni oramai che giocano insieme e praticamente hanno anche lo stesso ruolo: entrambi esterni d’attacco, ma la rivalità – nonostante la giovane età – è una cosa che non conoscono. “In questo stadio ho fatto gol proprio su assist di Peppe”, spiega Nicola. “Mentre io qui ancor non ho segnato ma spero di farlo prima possibile”. Sì, anche perché se il compagno non ha un’esultanza particolare, Peppe Panico vorrebbe riportarsi la mano alla fronte con il gesto del saluto militare come ha fatto, ad esempio, contro la Francia nel corso dell’ultimo mondiale Under 20 che l’ha visto tra i protagonisti con la maglia dell’Italia. “Un’esperienza indimenticabile, perché indossare quei colori è qualcosa di unico. Poi avevo ancora il dente avvelenato con la Francia che ci aveva battuto all’Europeo l’anno prima”.
Mentre passeggiano per il prato dello stadio di Cesena ci sono 4 ragazzini del settore giovanile che li osservano. Li hanno riconosciuti, anche se su Panico hanno qualche dubbio. “Forse perché non sono abituati a vedermi con gli occhiali”, spiega l’attaccante. “Eh no, così non ti scambiano per Ciro Immobile”, aggiunte Dalmonte. “La somiglianza fisica c’è tutta, e anche in campo il ruolo non è poi così diverso, anche se Immobile segna di più e gioca più al centro dell’attacco”. Peppe racconta anche del suo incontro con il bomber della Lazio. “Prima al Genoa dove sono cresciuto come settore giovanile e poi in Nazionale, mi è capitato di vederlo. Gli ho anche chiesto una foto e gli ho raccontato degli sfottò dei compagni che mi dicevano di essere uguale a lui. Ecco perché qualche mese dopo, durante uno stage della Nazionale, ha chiesto a un amico comune se ci stava pure quello “che mi somiglia”. E’ stato un episodio davvero divertente”.
Dal campo alla lavanderia dello stadio dove Debora, la lavandaia storica del Cesena, li mette subito ai lavori forzati. “Vediamo se sanno piegare i vestiti, oramai sono grandi, vivono da soli e certe cose devono impararle”, spiega con un sorriso. I due si danno da fare e scherzano con Debora: “meglio che la non le diamo una mano, altrimenti facciamo solo disastri”.
Fuori dal campo, poi, Panico ha anche un’altra grande passione. “Mi piace molto la pesca. Quella nei laghetti artificiali”. Ma Nicola non lo ha mai accompagnato. “Lo capisco – aggiunge Peppe – perché magari può essere noioso stare lì due ore senza tirare su nulla. Ecco perché di solito vado con i miei amici vicino casa”. A proposito, se per Peppe la famiglia è lontana – le sue sono origini campane trapiantante nel basso Lazio – per Nicola la musica è tutt’altra. “Vivo vicino Ravenna, quindi a pochissimi chilometri da Cesena. Infatti ogni giorno dopo l’allenamento torno sempre a casa”. Inutile dire che i suoi genitori sono sempre presenti allo stadio “in casa e in trasferta”, ci tiene a precisare. “Ma anche mio padre mi segue sempre”, spiega Peppe. “Salvo le trasferte più lontane da casa, non se ne perde una”.
Intanto squilla il telefono. E’ arrivato un messaggio sulla chat Whatsapp di squadra. Peppe e Nicola hanno mandato una loro foto durante l’intervista. I commenti – molti dei quali irripetibili – sono tanti. Vedere per credere…