Giochiamo in casa…a Venezia

Le parole della tifosa arancioneroverde Giuliana a proposito della sua passione per la squadra di Dionisi.

L’ultima tappa del nostro viaggio attraverso le case dei tifosi più fedeli ci porta a Venezia, una città che nell’ultimo anno è stata messa davvero a dura prova. Ma tutta questa fatica, nella voce di Giuliana, una delle tifose storiche del Venezia, non si percepisce.

È la forza di carattere veneta, che da sempre la rende una delle regioni più vivaci del nostro Paese. E così il suo Venezia, squadra di grandi emozioni, di storiche stagioni in serie A, di sfide e progetti, di originalità. A partire dai suoi colori sociali, arancioneroverde, per proseguire poi con il suo stadio tra i canali, il Venezia ci regala sempre una ventata di aria fresca, anzi, di corrente che viene dal mare.
Intervistata nell’ambito di Giochiamo in Casa, l’attività solidale organizzata per la Serie BKT in partnership con Lega B, Giuliana ci racconta la sua passione, che comincia nel momento in cui si va allo stadio.
Perché in una città costruita sull’acqua, il calcio si raggiunge via mare.

Ha ricevuto un regalo dalla Serie BKT che premia la sua fedeltà da tifosa. Come è nata questa passione?

Sono stata trasportata dal marito. Sei o sette anni fa ho cominciato a fare gli abbonamenti. Prima andava sempre lui, è dal 1987 che segue il Venezia. La cosa mi ha coinvolto e, così, mi sono abbonata anche io.

Quanto è forte questo sentimento?

Mi piace, seguo il Venezia anche quando gioca fuori, guardando le partite in tv. Non sono riuscita a coinvolgere il figlio, che ha scelto la pallavolo, ma adesso abbiamo fatto interessare il nipotino a cui abbiamo regalato l’album. Lui attacca le figurine e poi chiede: “Nonna com’è andato il Venezia?”.
Ed è una cosa che, a me e mio marito, ci rende felici.

Andare allo stadio a Venezia?

È un’avventura! Diciamo che di giorno non ci sono problemi: andiamo in auto, parcheggiamo e poi prendiamo il battello da San Giuliano che ci porta diretti.

Qual è la particolarità del Venezia?

Non so fare i paragoni, ma so che il Venezia gioca bene quando c’è tanta unione tra i giocatori, quando il lavoro d’impostazione dell’allenatore rende il gioco affiatato. E poi la particolarità la fanno i tifosi, che ultimamente sono mancati tanto. Abbiamo visto che anche questo incide sui risultati, perché i giocatori devono sentirsi aiutati dal pubblico.
Penso che sia un fattore davvero importante. Concludendo direi che il calcio mi piace quando si respira l’impegno di tutti.

Com’è stato vivere questa lunga pausa senza campionato?

È stata brutta. Ma immagino che per i giocatori sia stato peggio, perché sono mancati gli allenamenti ed è venuto forse meno lo spirito di squadra; io penso che incida tanto. È difficile anche per noi tifosi, perché eravamo contenti di sapere che il programma fosse quello, sapevamo quali erano le partite e invece è cambiato tutto.

Qual è stata la partita più emozionante che ha visto?

Quella che mi è piaciuta di più è stata quella contro il Carpi con la tripletta di Zigoni (Carpi-Venezia 2-3 del 13/05/2019) quando siamo andati ai playout, una partita che ci ha un po’ salvato, diciamo.

Che messaggio vorrebbe mandare agli altri tifosi?

Io direi che bisogna continuare a sperare. Incitare i nostri giocatori, perché è più dura per loro. E penso che si meritino di essere incoraggiati e incentivati.

Chiudiamo con un pensiero su Venezia.

Venezia è una città bellissima. E il Venezia, per quanto sia difficile da raggiungere, merita di essere visto in campo. Speriamo di tornare presto a stadio!