Il discorso del presidente Balata in federazione

Le parole del numero uno della LNPB prima delle elezioni del presidente della Figc.

Buongiorno a tutti, un doveroso saluto da parte mia e della Lega che ho l’onore di rappresentare a tutti i presenti in sala.

Da poco più di due mesi ho l’onore e il privilegio di rappresentare in qualità di presidente la Lega Nazionale Professionisti B. Non posso dunque nascondere da un lato un pathos che inevitabilmente contraddistingue questo momento particolare dell’inizio della mia presidenza; dall’altro un sentimento di forte e profonda responsabilità nei confronti di chi mi ha espresso ma anche di tutto il movimento calcistico. Sentimento che deriva dalla consapevolezza di rappresentare un mondo, quello della Lega B, che essendo il secondo livello professionistico del nostro sistema, funge inevitabilmente da anello di congiunzione naturale tra il grande calcio della Serie A e la base del professionismo e che rappresenta, oggi più che mai, il serbatoio e il laboratorio, la migliore palestra naturale dei giovani talenti del nostro calcio.

Cari amici, oggi siamo riuniti con l’obiettivo di individuare la massima espressione del nostro movimento, il presidente federale.

Abbiamo sicuramente tre candidati autorevolissimi, tre uomini per bene, con una storia importante alle loro spalle e che sicuramente avranno la capacità, chiunque sarà il vincitore, di rappresentarci al meglio.

Ma prima ancora di fare valutazioni ed esprimere giudizi sulle persone, noi abbiamo richiesto più volte di discutere del futuro del calcio partendo dal merito, cioè partendo da quelli che sono i problemi, i temi, i progetti e le cose da fare per procedere tutti insieme a quel rinnovamento del movimento calcistico da tutti invocato e auspicato.

Ciò non e stato sempre possibile e devo dire qui, oggi, che a nostro avviso sarebbe stato invece più opportuno, anche dal punto di vista metodologico, procedere tutti insieme con le componenti e con tutti gli attori di questo particolare e delicato momento del movimento calcistico, analizzando in maniera profonda le ragioni che hanno portato a questa crisi della Federazione; confrontando cioè tutti insieme le idee le proposte e i progetti per tentare poi di trovare le migliori soluzioni partendo però sempre da una riflessione approfondita e collegiale e, come dire, tenendo aperto un tavolo permanente capace di produrre le migliori idee e le migliori soluzioni.

Vedete, ognuno di noi ha la propria ricetta ma ognuno di noi inevitabilmente ha anche una visione di parte dei problemi e delle cose da fare. Lo sforzo che invece bisognava fare tutti insieme era proprio quello di aprire un tavolo permanente, una sorta di costituente del calcio con il fondamentale obiettivo di analizzare a fondo, direi in radice, tutte le problematiche, trovare delle sintesi e individuare poi una figura rappresentativa di tutti e autorevole, capace di declinare questa sintesi e di condurre la Federazione, e tutto il movimento calcistico, fuori da questo momento di grande difficoltà con un progetto lungimirante e capace di far ripartire il sistema e di riportare il nostro Paese all’apice del movimento calcistico europeo e mondiale, come per altro meritiamo.

Oggi, ripeto, abbiamo qui tre candidati autorevoli e tre programmi, tre ricette, che però sono frutto di una riflessione e di un lavoro di parte. Si tratta di programmi, che in alcune parti, sono condivisibili in altre no e che non hanno rappresentato in una maniera che possiamo ritenere soddisfacente alcune delle nostre istanze. In particolare dobbiamo, come Lega B con chiarezza, contestare il progetto di inserimento delle seconde squadre nel nostro campionato come affermato nel programma di Damiano Tommasi. Questa idea contrasta recisamente con la nostra storia, con la nostra funzione ed anche con le nostre esigenze ed è stata rigettata dalle nostre società. E’ il campionato di Serie B la palestra di eccellenza che può formare il talento e prepararlo per il salto di categoria.

Più in generale i programmi non sono la risultanza di quel lavoro collegiale di approfondimento e di riflessione di cui parlavo prima. E lo dimostra la complessa situazione, mai verificata in passato, che si è creata in queste ultime giornate, e ancora di più nelle ultime ore, che ha, se possibile, determinato uno stato di maggiore incertezza e che forse meriterebbe anche una riflessione più approfondita, che vi invito a fare.

Il presidente federale, cari amici ha un ruolo e una funzione di massima importanza, che vanno esercitati con quel senso di responsabilità, serietà ed equilibrio nonchè con quella autorevolezza che derivano anche dal non essere più il rappresentante di una parte ma dall’essere colui che davvero rappresenta tutti.

Vièppiù oggi in questa situazione congiunturale che impone scelte strategiche forse non facili ma doverose.

Non possiamo dimenticarci di essere un mondo anche mediaticamente esposto che conta su milioni di appassionati e di tifosi, su centinaia di migliaia di tesserati e di operatori del settore e di tutto l’indotto; che entra quotidianamente nel vissuto sociale, nelle case, nei bar, negli uffici e ciò avviene oramai ad ogni ora della giornata. Tutto ciò impone a noi di mantenere comportamenti e atteggiamenti adeguati, virtuosi, corretti e coerenti con l’importanza che il nostro movimento riveste nella nostra società.

Questi sono anche i motivi per i quali, in queste intense settimane di campagna elettorale, la Lega che rappresento si è costantemente impegnata su una discussione che avesse come punto di riferimento non le singole candidature ma che partisse da una riflessione fatta su alcuni concetti a nostro avviso fondamentali:

  1. Il primo, imprescindibile, è quello di ritrovare unità e coesione tra tutti, leghe e componenti tecniche, perchè in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo non si può mai prescindere dalla capacità del sistema di individuare soluzioni che siano il più possibile condivise, comuni e unitarie. Non servono ricette individuali o proposte differenti che non abbiano possibilità di ottenere il necessario e diffuso consenso.
  2. Il secondo è quello di concentrarci sui reali contenuti e sulle cause che hanno determinato questa crisi, sulle criticità che necessitano di essere affrontate e risolte e dunque le cose concrete da mettere in pratica nel prossimo futuro. Noi ci siamo permessi di indicarne, tra le tante, tre che devono essere al centro della futura agenda del nuovo presidente federale:
  •  a) La sostenibilità economico-finanziaria del sistema calcistico: il calcio è in crisi, si basa oggi su un equilibrio economico-finanziario precario. I conti economici di numerose società manifestano perdite di bilancio non più sostenibili. E tutto ciò avviene nonostante sia stato fatto un duro lavoro di contenimento di costi che quasi tutte le leghe, e relative società, si sono imposte negli ultimi anni. Perché il vero motivo di questa criticità non sta soltanto nei costi ma anche nei ricavi, assolutamente limitati rispetto al fabbisogno delle società. Per quanto ci riguarda ciò deriva anche da un altro fattore: una mutualità di sistema che se confrontata con quella delle altre quattro grandi realtà calcistiche europee ha una consistenza significativamente inferiore. Abbiamo cioè la percentuale di mutualità di gran lunga più bassa d’Europa. E’ un confronto spietato, come ha scritto qualcuno, direi disastroso che ci vede ingiustamente penalizzati e che impone una riflessione e un’iniziativa forte, urgente, non più procrastinabile.
  • b) Il secondo argomento, che abbiamo più volte introdotto nella dinamica del confronto elettorale, è un tema che va oramai affrontato senza pregiudizio e con decisione e riguarda la cosi detta rappresentatività di leghe e componenti tecniche all’interno della federazione calcio. Problematica inscindibilmente collegata a quello di una più stabile e efficiente governabilità del sistema.

Vedete, le logiche che hanno ispirato ormai tantissimi anni fa la suddivisione dei cosiddetti pesi elettorali appaiono ormai definitivamente superate se non addirittura anacronistiche.

Non è più tollerabile che la lega che genera il 95% dell’intero fatturato del sistema possa contare soltanto per il 12% in seno alla FIGC. E così anche la Lega B che rappresenta il secondo livello professionistico del sistema, e il secondo fatturato aggregato, conti solo il 5% con un unico membro in Consiglio federale.

E giunta l’ora di affrontare e risolvere finalmente questo problema e ciò in un’ottica di allineamento e di adeguamento agli oramai mutati scenari sportivi ed economici.

Infine, altro tema a nostro avviso di particolare rilevanza che deve porsi al centro della futura agenda del presidente federale, è quello che attiene alla italianità e alla valorizzazione dei giovani talenti italiani, il vero punto nodale tra i tanti problemi del nostro calcio.

Questo è un terreno nel quale la Lega di Serie B ha fatto moltissimo in questi anni, arrivando a schierare, se prendiamo come parametro di confronto l’anno 2010, il 280% in più di giovani under 23. E tutto ciò grazie a normative interne di lega che riguardano le liste e il minutaggio, e grazie agli importanti investimenti fatti con coraggio, lungimiranza e intelligenza dai nostri club.

In tale ottica appare oggi imprescindibile predisporre un raccordo con le politiche adottate dalla Serie A sopra di noi e dalla Serie C sotto.

Affrontando così una volta per tutte il ruolo e le funzioni che devono essere destinate a ogni singola lega. Noi riteniamo di avere la funzione di essere un campionato di eccellenza e di alta competitività e di garantire nei fatti la migliore formazione per i talenti italiani. Quei talenti che poi potranno con fiducia andare a giocare in Serie A ed essere pronti anche per le rappresentative nazionali della FIGC.

In conclusione chiediamo al futuro presidente federale, chiunque esso sia di porre al centro della sua azione questi temi ma anche di aprire immediatamente un tavolo permanente di confronto e di approfondimento sulle riforme, su temi e cose da fare nell’immediato ma anche a medio e lungo termine per il bene del calcio.

Da parte nostra garantiamo, come abbiamo fatto finora, senso di responsabilità e il massimo sostegno al nuovo presidente federale con correttezza, con trasparenza e lealtà; ma anche con un apporto di idee e di innovazioni da mettere al centro del futuro del nostro amato calcio.

Grazie a tutti e buon lavoro”.