Intervista a Gabriele Moncini: il calciatore con la passione per lo studio
«Mi è sempre piaciuto studiare, ho frequentato il Liceo e sono riuscito a coniugare gli impegni calcistici con quelli scolastici. Una volta ottenuta la maturità liceale non mi sono iscritto all’Università, ma sto seriamente prendendo in considerazione la possibilità di studiare e giocare. I miei genitori sarebbero entusiasti di questa decisione.» Gabriele Moncini, 21 anni, attaccante del Cesena, parla di calcio e scuola, con la consapevolezza di chi, malgrado l’età, ha già vissuto gioie e amarezze. Sì, proprio così. Perché Gabriele era un ragazzino che in attacco ci sapeva fare e con i Giovanissimi del Prato si era fatto apprezzare un po’ da tutti. Il suo nome era finito sul taccuino degli osservatori della Juventus, che lo aveva invitato a Vinovo per un provino: «Andò benissimo e nella stagione 2011-12 mi ritrovai a far parte della squadra Allievi. Un sogno, perché la Juventus non solo è sinonimo di professionalità e organizzazione a tutti i livelli, ma è anche la mia squadra del cuore. Cosa deve volere di più un ragazzino? Giocavo e pure segnavo per la mia squadra del cuore…»
Il passaggio dal Prato alla Juventus ti ha stravolto la vita?
«Beh, ho dovuto lasciare casa, i miei genitori, gli amici e andare a vivere a Torino. A 15 anni non è facile… Però la mia determinazione e l’organizzazione della società mi hanno aiutato parecchio.
Vivevo allo “Juventus College” con gli altri ragazzi che non abitavano in Piemonte e i tutor che ci seguivano un po’ in tutto, scuola e vita quotidiana. Mamma e papà, invece, venivano a Torino per vedermi giocare e parlare con i professori, poi si stava un po’ insieme.»
Liceo e Juventus
E lo studio?
«A Prato ero iscritto al Liceo Pedagogico, a Torino però c’era il Liceo Sportivo che è uno Scientifico con più ore dedicate alle materie sportive, superai l’esame integrativo ed eccomi nella nuova scuola. Sono portato per le materie letterarie e non ho faticato neppure quando dopo due anni ho lasciato la Juve e a Cesena ho frequentato il Liceo in Comunicazione Pedagogica.»
Complimenti!
«Grazie, ma i complimenti me li merito non solo per il diploma, ma anche perché non è stato facile risollevarsi dalla delusione dell’addio alla Juventus.»
Racconta. Come è andata?
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